Ogni assunzione non aggiunge solo una persona.
Modifica il sistema.
Ne riformula gli equilibri.
Spesso lo disarticola.
E — se la scelta è strategica — lo fa evolvere.
Nel nostro nuovo articolo esploriamo una tesi semplice quanto destabilizzante:
il candidato giusto non è quello coerente, ma quello strutturalmente compatibile con l’organizzazione reale.
1. Il mito dell’allineamento: quando la coerenza è controproducente
Troppo spesso, la selezione si basa sulla ricerca di “fit culturale”, allineamento di valori, aderenza al ruolo.
Ma in questa ossessione per la coerenza si nasconde un rischio:
confondere la compatibilità con la ripetizione.
Le organizzazioni che assumono per rassomiglianza non si evolvono. Si replicano.
E chi seleziona in base a ciò che già esiste, impedisce l’arrivo di ciò che può trasformare.
2. Il candidato come soggettività frammentata
È un insieme di narrazioni, contraddizioni, traiettorie interrotte.
Come un’opera di Kandinskij, non si legge frontalmente, ma per stratificazioni.
Il selezionatore, allora, non deve chiedersi:“È in linea?”
Ma piuttosto: “Quale frattura apre? E cosa rende possibile dentro il nostro sistema?”
3. Ogni inserimento è una ristrutturazione invisibile
Le aziende sono sistemi in equilibrio dinamico.
Ogni assunzione — anche la più piccola — sposta linee di forza, modifica relazioni, altera priorità implicite.
- Non esiste assunzione neutra.
- Non esiste inserimento che non abbia effetti strutturali.
La vera selezione HR è un atto architettonico, non amministrativo.
4. Selezione Verticale = lettura della discontinuità
La Selezione Verticale, approccio distintivo di Selèct, non cerca il profilo ideale, ma decodifica la forma desiderante dell’organizzazione.
Lavora su:
- segnali frammentari
- contraddizioni simboliche
- esigenze implicite del sistema
- soggettività parziali capaci di attivare evoluzioni
Non è un processo tecnico.
È un esercizio di interpretazione strutturale.
CONCLUSIONE
Ogni assunzione è una dichiarazione architettonica. Chi entra non completa un puzzle.
Lo disturba. Lo riallinea. Lo ricrea.
Le organizzazioni che evolvono non sono quelle che “inseriscono bene”,
ma quelle che scelgono consapevolmente il tipo di frattura che sono pronte a sostenere.
Per questo, ogni assunzione modifica la struttura.
In Selèct, non selezioniamo per allineamento.
Osserviamo la struttura per comprenderne la tensione latente.
Solo allora scegliamo il profilo che possa trasformarla da dentro.